TRADUZIONE E LEGALIZZAZIONE DOCUMENTI
Per poter essere fatti valere in Italia, gli atti e i documenti rilasciati da autorità straniere devono
essere legalizzati dalle rappresentanze diplomatico-consolari italiane all'estero.
Tali atti e documenti, eccetto quelli redatti su modelli plurilingue previsti da Convenzioni internazionali,
devono inoltre essere tradotti in italiano.
Le traduzioni devono recare il timbro “per traduzione conforme”. Nei paesi dove esiste la figura giuridica
del traduttore ufficiale la conformità può essere attestata dal traduttore stesso, la cui firma viene poi
legalizzata dall'ufficio consolare. Nei paesi nei quali tale figura non è prevista dall'ordinamento locale
occorrerà necessariamente fare ricorso alla certificazione di conformità apposta dall'ufficio consolare.
Per procedere alla legalizzazione il richiedente dovrà presentarsi, previo appuntamento, presso l'Ufficio
consolare munito dell'atto (in originale) da legalizzare.
Al fine di ottenere il certificato di conformità della traduzione il richiedente dovrà presentarsi, previo
appuntamento, presso l'Ufficio consolare munito del documento originale in lingua straniera e della
traduzione.Gli atti di cui sopra sono soggetti al pagamento dei diritti consolari attualmente vigenti.
L'apostille
Nei Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione dell'Aia del 5 ottobre 1961 relativa all'abolizione della
legalizzazione di atti pubblici stranieri, la necessità di legalizzare gli atti e i documenti rilasciati
da autorità straniere è sostituita da un'altra formalità: l'apposizione della “postilla” (o apostille).
Pertanto, una persona proveniente da un Paese che ha aderito a questa Convenzione non ha bisogno di recarsi
presso la Rappresentanza consolare e chiedere la legalizzazione, ma può recarsi presso la competente
autorità interna designata da ciascuno Stato - e indicata per ciascun Paese nell'atto di adesione alla
Convenzione stessa (normalmente si tratta del Ministero degli Esteri) - per ottenere l'apposizione
dell'apostille sul documento. Così perfezionato, il documento viene riconosciuto in Italia.
I Paesi che hanno ratificato la Convenzione dell'Aja sono: Albania, Andorra, Antigua e Barbuda, Argentina,
Armenia, Australia, Austria, Azerbaijan, Bahamas, Barbados, Bielorussia, Belgio, Belize, Bosnia-Erzegovina,
Botswana, Brunei-Darussalam, Bulgaria, Capo Verde, Cina (Hong Kong), Cina (Macao), Cipro, Colombia,
Costa Rica, Croazia, Corea del Sud, Danimarca, Dominica, Ecuador, El Salvador, Estonia, Federazione Russa,
Fiji, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Grenada, Honduras, India,
Irlanda, Islanda, Isole Cook, Isole Marshall, Israele, Italia, Kazakhstan, Kirghizistan, Lesotho,
Lettonia, Liberia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Malawi, Malta, Mauritius, Messico,
Moldova, Monaco, Mongolia, Montenegro, Namibia, Nuova Zelanda, Niue, Norvegia, Oman, Panama, Paesi Bassi,
Perù, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica Domenicana, Romania, Saint Kitts and Nevis,
Saint Lucia, Saint Vincent and the Grenadines, Samoa, San Marino, Sao Tome e Principe, Serbia, Seychelles,
Slovacchia, Slovenia, Spagna, Sud Africa, Suriname, Svezia, Svizzera, Swaziland, Tonga, Trinidad e Tobago,
Turchia, Ucraine, Ungheria, USA, Vanuatu, Venezuela.
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